Uno dei più bei reperti che ci arrivano dall’antico Egitto è la Tomba di Kha e Merit, la coppia di sposi che è riuscita a sconfiggere la morte, riuscendo a far arrivare ai nostri occhi, i loro beni intatti.
La tomba, ricostruita al museo Egizio di Torino, fu scoperta dall’egittologo Ernesto Schiapparelli nel 1906, durante la campagna di scavi a nord di Deir-el-Medina. La struttura, che risale al 1428-1351 a.C, ci ha restituito l’arredo funerario completo e, grazie a questo ritrovamento, siamo venuti a conoscenza di tantissime abitudini legate agli usi e ai costumi degli antichi egizi.
Accessori
Kha, oltre ad essere al diretto servizio del faraone Amenhotep III, era capo architetto durante i lavori della necropoli Tebana, quindi un personaggio molto importante che poteva dettare delle scelte, come quella di inserire nella tomba tutti gli oggetti appartenuti alla moglie, cosa molto rara all’epoca. Nella tomba sono stati trovati ben 506 reperti! Oltre ai sarcofagi della coppia e i vasi canopi, che contengono gli organi dei defunti, sono stati recuperati oggetti di immenso valore. Il pensiero che risalgano a così tanto tempo fa e sia arrivati intatti ai nostri giorni, intatti, è impressionante! Tuniche, biancheria per la casa, gioielli, mobili di vario genere, strumenti da lavoro e da toeletta, papiri, cibo fossilizzato e il tavolo per il gioco del Senet.
La nota particolare è proprio la presenza degli oggetti appartenuti a Merit, cosa estremamente inusuale. Grazie a questa eccezione, è stata trovata anche una parrucca nera, in condizioni perfette, intrisa ancora dell’unguento che si utilizzava per emanare profumo. Era abitudine, infatti, durante le cerimonie, posizionare sulla parrucca dei piccoli coni gelatinosi che contenevano profumi e aromi. Questi, pian piano, si scioglievano disperdendo la loro essenza.
La maschera funeraria di Merit ci mostra molti particolari di quelle che erano le tecniche utilizzate per il trucco. I materiali sono stati ritrovati all’interno della tomba stessa. Il servizio da toeletta era all’interno di un superbo contenitore in legno finemente decorato e gli unguenti erano in vasi ancora sigillati. Al nostro cospetto è arrivato anche il contenitore del Khol con il bastoncino che si utilizzava per truccare l’occhio.